Non solo tattica, non solo carisma, non solo mercato. José Mourinho ormai si dedica anche al ruolo di alchimista tecnico. Con l’aiuto dello staff medico e dei fisioterapisti addetti al recupero degli infortunati, è obbligato a centellinare le comparsate dei giocatori a seconda del rapporto tra necessità e rischio. A Tiraspol, con il nuovo stop di Renato Sanches e la reazione smarrita dell’allenatore, il problema è emerso in tutta la sua trasparenza.
A volte per la Roma è come tirare una monetina sperando di aver scelto il lato buono. Mentre la premura verso Romelu Lukaku è da ritenersi temporanea, e dunque legata al ritardo di forma dovuto all’estate senza veri allenamenti, esiste una categoria di atleti che hanno bisogno di un tagliando periodico in sala medica perché non si smarriscano nei loro guai cronici. Muscolari, per lo più.
Quando la Roma ha beccato il gol del pareggio, Mourinho lo ha fatto alzare e gli ha chiesto mezz’ora di qualità per sistemare la pratica. E’ stato accontentato: Paulino ha cambiato marcia e non ce n’è stato per nessuno, con la preziosa collaborazione di Cristante e la ferocia realizzativa di Lukaku.
Già ma a che prezzo? Le palpitazioni dello steso Mou, che dalla tribuna stampa dove si era piazzato temeva l’azzardo autolesionistico. Domani Dybala dovrebbe partire titolare ma certamente verrà sostituito nella ripresa per evitare insidie: giovedì altro giro e altro viaggio, stavolta in casa del Genoa.
Mourinho inoltre si augura di ritrovare il più presto il capitano, Pellegrini, e il difensore più forte Smalling entrambi usciti dai radar dopo la partita con il Milan. Inoltre sarebbe fondamentale il miglior Aouar, quello che ha fatto innamorare Mou nel ritiro e non la brutta copia di giovedì.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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