Due allenatori emergenti, ma anche due campioni del mondo del 2006. Daniele De Rossi e Alberto Gilardino: colleghi-rivali oggi, compagni e amici qualche anno fa in azzurro. Un crash-test senza confini ambientato al Ferraris, dove DDR segnò (contro la Samp) il suo ultimo gol da calciatore in maglia giallorossa. Per lui e per alcuni uomini simbolo, come Paulo Dybala e Artem Dovbyk, quello di oggi a Genova vuole essere, però, soprattutto un nuovo inizio esaltante per un’altra Roma: quella in versione 3-5-2.
Potendo contare, peraltro, sull’energia fresca di Mario Hermoso e Manu Koné, gli ultimi acquisti sicuri e subito titolari: il primo al centro della difesa a tre, il secondo a centrocampo, campione di regolarità. E la curiosità del popolo giallorosso si concentrerà d’altra parte proprio sulla coppia Dybala-Dovbyk, appunto, chiamata a trascinare la squadra verso il primo acuto stagionale.
E per una partita difficile come quella di oggi, un “mezzogiorno di fuoco” pieno di pericoli, De Rossi si affida pure ai muscoli e all’esperienza. Non solo quelli di Koné, Hermoso e Hummels, ma anche quelli di Pellegrini, per il quale ieri ha chiesto più rispetto. «La presenza di Mario e Mats ci dà possibilità in più, delle varianti a livello di modulo tattico e aumenta la nostra esperienza. Koné ha giocato sia da mezzala destra sia sinistra, può fare anche il mediano. Uno così permette anche agli altri di giocare più liberi. Senza Koné comunque abbiamo vinto tante partite, non dimentichiamolo. Paredes, Cristante e Pellegrini vengono rispettati meno di quanto dovrebbero in questa città, portiamo rispetto a chi ha tirato la carretta per tanti anni».
E contro il Genoa dell’amico Gilardino, De Rossi si affiderà anche agli esterni Angeliño e Saelemaekers per allargare il gioco. Con un principio base: per vincere la Roma dovrà possedere il pallone il più possibile.
FONTE: La Gazzetta dello Sport