Brutto stop, stavolta. Pessima sconfitta, questa di Cagliari, la quinta da inizio campionato. Ed è un deciso passo indietro nella classifica e nel percorso di Gasperini alla guida della Roma, viste le prime della classifica ormai in fuga e la densità di squadre in lotta per i primi posti. Alla Unipol Domus è finita 1-0 per i padroni di casa, con gol di Gaetano a 8 minuti dalla fine, quando ormai la Roma sperava di portare a casa il pareggio nonostante la prestazione insufficiente e l’inferiorità numerica arrivata all’inizio del secondo tempo, dopo revisione al Var che ha trasformato il rigore, inizialmente concesso per il fallo di Celik su Folorunsho, in punizione dal limite e conseguente rosso per il turco.
Lì la gara da brutta e spezzettata, ma equilibrata, è diventata quasi a senso unico, col Cagliari a spingere con il vento alle spalle nell’entusiasmo crescente di uno stadio che non vedeva la sua squadra vincere da mesi (13 settembre in casa, 19 settembre in assoluto). E quando Gaetano ha sfruttato un altro buco di Ghilardi (che era entrato nel tentativo di tamponare i buchi di Tsimikas) e ha battuto Svilar (che da solo stava tenendo in partita la Roma) la festa è esplosa. E negli ultimi minuti c’è stato spazio solo per qualche focolaio di rissa tenuto a fatica da un arbitro, Zufferli, che è apparso incerto in qualche episodio periferico, ma sostanzialmente equo nelle questioni rilevanti, aiutato magari anche dal Var. Deprecabile invece il comportamento di Folorunsho: solitamente sul campo se ne fanno e se ne dicono tante, ma augurare la morte alla madre di un avversario (nello specifico, Hermoso) è forse troppo.
Che la partita fosse difficile e il Cagliari un avversario tosto lo si poteva peraltro immaginare. Nella sfida di duelli individuali quando affronti giocatori di struttura e “tigna” è sempre più complicato venir fuori puliti e ogni partita della Roma, anzi ogni partita di una squadra di Gasperini, è difficile che venga fuori pulita, a meno che la squadra avversaria non abbandoni la “tenzone” prematuramente. Il Cagliari non l’ha fatto e la sfida è diventata presto rusticana. Questi gli accoppiamenti tattici nel confronto tra il 3421 della Roma e il 352 dei padroni di casa, scivolati un po’ verso destra nella fase di possesso tanto da far spesso sembrare 442 il modulo scelto, con Zappa terzino destro e Palestra più alto. Gasp aveva deciso di prenderli così: sui tre di difesa Zappa, Luperto e Rodriguez ha mandato rispettivamente Pellegrini, Baldanzi e Soulé, il tridente designato con l’ex Empoli preferito a Dybala e Ferguson, inizialmente in panchina, Palestra e Obert sono andati a duellare con Tsimikas (titolare per forza, dopo il forfait di Wesley) e Celik (molto impreciso), in mezzo Koné se l’è vista con Adopo (e non sempre con la dovuta attenzione), Cristante si è diviso su Deiola e a volte ha tamponato Folorunsho, su cui però doveva uscire Mancini, visto che le due punte Sebastiano Esposito e Borrelli venivano controllati da Hermoso e Ndicka.
E approfittando del consueto periodo di ambientamento iniziale della Roma, il Cagliari si è reso presto pericoloso sfondando due volte a sinistra: al 6’ Folorunsho ha premiato una sovrapposizione interna di Obert, con conseguente cross basso all’indietro per Adopo che però non ha calciato subito e ha cincischiato troppo, finendo per farsi deviare in corner la conclusione. Subito dopo, sul rinvio di Caprile, Ndicka leggermente sbilanciato da Borrelli è scivolato lasciando campo aperto all’avversario, che però ha controllato troppo lentamente e ha consentito allo stesso Ndicka di recuperare miracolosamente in scivolata. All’11’ c’è stato un bel tacco di Soulé per Baldanzi che in area ha finto di allargarsi sul destro e poi ha calciato dritto, trovando però l’inevitabile scudo della difesa sulla traiettoria. Al 23’ ancora Folorunsho in area, negligentemente dimenticato da Mancini, ha colpito piano di testa su Svilar sfruttando male un ottimo cross di sinistro dell’interessante Palestra, uno che ha studiato da bimbo all’università di Gasperini.
Al 27’ un’incertezza di Tsimikas in diagonale profonda difensiva su Palestra ha consentito all’avversario di arrivare prima sul pallone per servire Esposito sulla destra, immediato il gran tiro, sicura l’opposizione di Svilar. Subito dopo è stato Koné a vanificare un’occasione stoppando male un pallone recuperato in pressione alta: avrebbe potuto battere a rete dal limite senza opposizione. Al 29’ uno scambio tra Celik e Soulé ha aperto un varco nella difesa del Cagliari, ma poi il turco ha avuto un rimpallo sfavorevole. E dopo alcune fase di gioco sconnesse, casuali e sin troppo muscolari, prima della pausa Koné ha recuperato un pallone vagante sulla trequarti e ha condotto una transizione molto favorevole interrotta da Luperto in scivolata mentre il pallone sembrava destinato a Pellegrini lanciato a rete: mezzo miracolo del difensore, aiutato però anche dalla approssimativa trasmissione del pallone del francese. Peccato.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco











