Si può soffrire tanto in uno dei giorni più felici della vita? Succede se mentre aspetti che quello che desideri arrivi davvero, intorno (in campo) tutto si complica. Un’espulsione che cambia la partita (Celik), un infortunio pesante (Lukaku). Il momento più alto della carriera di De Rossi allenatore e i novanta minuti più importanti della stagione, tutto nello stesso giorno.
L’opportunità che aspettava e che sognava da una vita è in un comunicato che non parla di cifre, di ingaggio, di durate, arrivato dieci ore prima del fischio d’inizio della partita, ma che ufficializza il rinnovo: “Sono onorato, è un importante segnale di fiducia, ma non riesco a godermela ora, penso solo al Milan”.
Il contratto che desiderava c’è, ma De Rossi non riesce a rilassarsi. Eppure quel futuro che da capitano non arrivava mai è ora suo, appena partito è già doveva voleva arrivare. Nelle poche righe in cui la famiglia Friedkin annuncia un domani ancora insieme. Ma senza date, si parla di valori: lui e la Roma, fatti della stessa pasta. E lui la modella a sua immagine e somiglianza.
FONTE: La Repubblica – S. Scotti