Su e giù davanti alle porte dell’inferno per sbarcare poi in paradiso. La Roma si qualifica alle semifinali di Europa League battendo il Feyenoord all’Olimpico nei quarti di finale per 4-1 dopo due ore di battaglia fisica e mentale.
Capitan Pellegrini la trascina per mano, ma per continuare a sognare sono stati fondamentali la qualità di Matic a centrocampo, la costanza di Cristante, voglia di chi ha giocato meno, ma soprattutto la qualità di Dybala che regala ai giallorossi la chance di andare oltre con un gol a tempo scaduto che ha fatto tutta la differenza del mondo.
Mourinho ha messo in piedi la partita perfetta, risparmia Dybala e Abraham ancora non al top e li mette dentro al momento giusto devastando la spocchia degli olandesi venuti a Roma, oltre che per far danni alla città anche per portar via l’intera posta. E invece rimediano dai giallorossi l’ennesima lezione e stavolta a dire «bello, siamo tornati» sono i romanisti!».
La Roma parte nervosa, fatica nella prima parte di gara, si butta avanti a testa bassa ma è troppo nervosa e al bilancio dei primi quarantacinque minuti è paradossalmente il Feyenoord ad essere stato più pericoloso. Almeno tre le occasioni vere per gli olandesi mentre i giallorossi annotano solo l’infortunio di Wjinaldum.
La ripresa va un po’ meglio e il palo di Pellegrini in avvio fa da prologo al pari firmato Spinazzola che manda in delirio l’Olimpico sold out. È il momento della Roma, la svolta sembra aver dato nuova linfa alla squadra di Mourinho che però non riesce a chiuderla e rimedia la beffa: com’era scritto.
Prima il portoghese manda in campo finalmente Abraham e Dybala, poi dopo sei minuti arriva il secondo infortunio muscolare della serata: si blocca Smalling e la cosa si mette male. Non è un caso se dopo due minuti, al primo affondo, gli olandesi passano approfittando di una dormita della retroguardia giallorossa ormai senza il suo leader indiscusso: è 2-1 e una cappa di gelo si alza sullo stadio romano.
Ma la differenza, in questo sport la fanno sempre e ancora di giocatori e i fenomeni in primis. Uno due Pellegrini–Dybala e l’argentino campione del mondo fa esplodere l’Olimpico per la seconda volta quando al termine mancano due minuti.
Finita? Macché, il fenomeno prova a chiuderla ma il portiere ospite è bravo a dirgli di no. Si va ai supplementari. E anche qui la maledizione dei legni non svanisce. Testa di Abraham (che quest’anno non è certo un giocatore fortunato) e palo numero 29 della stagione romanista.
Ma la Roma non molla, ci mette tutto quello che ha e dopo cento minuti trova la forza di riportare la gara dalla sua parte: assist di Abraham ed El Shaarawy segna il terzo gol della serata romanista sulla quale otto minuti dopo Pellegrini (altro assist dell’inglese) mette la ciliegina: 4-1 e tutti casa… o meglio olandesi a casa e romanisti in semifinale di Europa League contro il Bayer Leverkusen.
A bilancio anche due perdite pesanti, Mourinho lascia sul campo per infortuni muscolari Wjinaldum e Smalling: tanta roba soprattutto in chiave campionato, ma è il momento dell’euforia. Gufi tutti giù per terra, la Roma gode, è ancora viva e può continuare a sognare in grande.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini