Lukaku o non Lukaku, non è questo il problema. Perché la Roma che si è presentata al campionato tutta è stata meno che un successo. I numeri ne sono la certificazione: 1 punto in classifica, 3 reti realizzate, altrettanti legni colpiti tanto per non perdere l’abitudine, 4 reti subite nei 4 tiri nello specchio della porta, zona Champions già da inseguire con il fiatone, la sensazione di una squadra che non è ancora una squadra.
Ci rendiamo perfettamente conto che dopo appena 2 giornate, conaltre 36 da giocare e un mercato aperto fino venerdi prossimo, qualsiasi giudizio o bilancio sia perlomeno prematuro. Non è certo nostra intenzione mettere aul banco degli imputati una Roma che non è stata assistita neppure dalla buona sorte nelle prime due afuse gare di campionato, ma nello stesso tempo non si può fare neppure finta di niente di fronte all’evidenza di alcune problematiche a cui lo Special one, Lukaku o non Lukaku, dovrà mettere mano in fretta.
Partiamo dalla filosofia di gioco. Mourinho ci ha fatto capire attraverso le sue non tante parole e poi con il modo di schierare la squadra in campo, che quest’anno sta lavorando a una Roma che vuole fare la partita piuttosto che subirla per poi colpire con le ripartenze. Una scelta che ci trova d’accordo concettualmente, ma a che a nostro giudizio, que sta squadra almeno al momento non può permettersi. Perché abituata in maniera diversa e cambiare necessita di tempo quando però il tempo non c’è.
Perché è andato via Ibanez, ovvero il difensore migliore nell’anticipo e più veloce in assoluto del pacchetto arretrato, e questo vuole dire che accettando il rischio dell’uno contro uno in fase difensiva l’eventualità di essere battuti è notevole (vedere i due gol subiti dalla Salernitana e il raddoppio del Verona). Perché c’è un portiere, con tutto il rispetto, come Rui Patricio che sta dimostrando una certa ruggine mentale e fisica.
E, in questo senso, perché non pensare di anticipare l’arrivo di un nuovo numero uno visto che tanto tra un anno dovrà essere comunque acquistato? Personalmente ci piacciono poco le opzioni De Gea e Lloris pure loro piuttosto in là con gli anni. Ci permettiamo allora di provare a fare una forzatura: perché non tentare di chiedere all’Atalanta Carnesecchi (in panchina alle spalle di Musso), articolando magari un’offerta da 13 milioni più Svilar, prestito oneroso di un anno a 5, gli altri 8 (o quelli che servono) tra dodici mesi?
C’è poi il problema dei quinti sulle fasce. Mou ne ha a disposizione cinque più uno (El Shaarawy): tre a destra (Kristen-sen, Karsdorp e Celik), due a sinistra (Spinazzola e Zalewski). Nessuno dà garanzie. Perché allora non provare a prenderne un altro in extremis? Si dirà: non ci sono i soldi per farlo. Risposta esat-ta, ma non ci saranno neppure tra un anno se non si tornerà in Champions. Quindi perché non accettare, come dicono quelli bravi, il rischio d’azienda?
FONTE: La Repubblica – P. Torri
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma/maglie-2023-2024/as-roma-uscita-la-maglia-per-la-nuova-stagione/