Nel gioco delle figurine, ce l’ho/mi manca, Daniele De Rossi si sta rendendo conto che le certezze sono sovrapponibili alle carenze. In certi ruoli la Roma è coperta, o magari persino competitiva, ma in altri deve intervenire con investimenti decisi perché l’organico possa ripartire da una base incoraggiante.
A oggi, per un motivo o per un altro, i giocatori che De Rossi considera sicuri per il futuro sono otto: Svilar, Mancini, N’Dicka, Cristante, Paredes, Pellegrini, El Shaarawy e Baldanzi. La pattuglia può aumentare se Ghisolfi acquisterà Angeliño dal Lipsia entro due giorni. Facciamo nove allora, o anche dieci o undici: lì entriamo nella testa di Dybala, che è libero di ripensarsi altrove anche contrattualmente, o nelle valutazioni su Bove, che è un patrimonio della società.
L’altro pezzo di squadra è sacrificabile, o addirittura già passato: Lukaku tornerà al Chelsea e poi vedrà il da farsi, probabilmente dopo l’Europeo. La Roma vorrebbe sostituirlo con uno dei centravanti giovani più reclamizzati d’Europa, il canadese Jonathan David del Lilla, ma senza il denaro della Champions non può esagerare con le offerte (oggi). Poche chance di rimanere anche per Azmoun, che è di proprietà del Bayer Leverkusen.
Spinazzola ha terminato il contratto e dovrebbe andare via (piace Doig del Sassuolo), insieme a Rui Patricio che verrà sostituito da un secondo meno costoso. Ma nella ristrutturazione generale, la Roma vorrebbe piazzare anche due giocatori della vecchia guardia: Smalling e Karsdorp, entrambi in scadenza 2025. E a proposito di esuberi, sul monte ingaggi si arrampicano di nuovo pure Shomurodov, Belotti, Solbakken e Kumbulla.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida