L’ex giallorosso, Radja Nainggolan, ha rilasciato una lunga intervista dove ha parlato della “Sua Roma” e di tante altre cose sempre riguardo al mondo giallorosso::
Stavi per andare alla Juventus e poi Cellino non ti ha venduto, ti ricordi? “Non ci volevo andare io, è diverso. La Juve praticamente due anni prima che andassi alla Roma voleva prendermi. Cellino mi disse: ‘Non ti lascio ancora andare perché non è il momento giusto’. Mi aveva aumentato il contratto e mi aveva lasciato a Cagliari un altro anno. L’anno dopo la Juve ribussa, arriva anche la Roma e io avevo scelto la Roma. Però non potevano fare il trasferimento in quel periodo, quindi sono rimasto fino a gennaio e poi sono andato nella Capitale”.
Sulla Roma… “Io non sapevo com’era la situazione a Roma. C’erano Totti e De Rossi, due idoli. Era difficile essere accettati dentro uno spogliatoio così, con uomini che hanno visto soltanto una maglia. Però alla fine era tutto il contrario di quello che magari uno pensa”.
Nel 2019 sembrava praticamente fatto il tuo arrivo a Firenze. Cosa è cambiato poi? “Succede che mia moglie stava male e sono tornato a Cagliari.”
Secondo te Pellegrini è trattato male a Roma? “Il fattore Pellegrini non ne posso parlare perché, ti dico la verità, non so niente di quello che succede dentro le mura di Trigoria, non so niente di quello che succede dentro la Roma. In questo momento, per come stava Dybala e se volevi giocare con una mezza punta, era giusto che giocasse lui. Si è visto nell’ultimo mese e mezzo: non aveva nessun dolore, nessun infortunio e faceva la differenza. Poi in mezzo al campo Koné è comunque un giocatore forte, personalmente a me non fa impazzire per lo stile di gioco che ha, ma è soltanto un’opinione mia. Paredes, per come fa girare la squadra, è giusto che giochi davanti alla difesa”.
Confermeresti Ranieri? “Per come sta andando la squadra, lo confermerei. Conosce bene l’ambiente e la piazza in generale e mette la Roma sempre al primo posto.”
Vedendo la classifica, la Roma può credere alla Champions? “Per come stanno andando in questo momento, ci devono credere. Quando sei in un momento così, non puoi non crederci. All’inizio anche Ranieri non è partito bene, poi è entrato nella testa dei giocatori. Ora vuole tenere tranquillità nel mondo esterno alla squadra, ma dentro di loro credo che stiano cominciando a credere a qualcosa di straordinario. Se la Roma arriva tra le prime quattro a fine stagione, non ci credeva nessuno”.
Qualora Ranieri non accettasse la panchina della Roma per il prossimo anno, su chi punteresti come allenatore, conoscendo anche la piazza? “Dipende da che calcio puoi proporre. La Roma oggi non è sempre bella da vedere, però è una squadra che funziona: giocando bene vince, giocando male vince. Non c’è da cambiare tanto, secondo me. Non conosco tanti allenatori, però mi piace il tipo di calcio che propone De Zerbi, ma la vedo dura che lasci Marsiglia dopo una sola stagione. Ripeto, dipende da cosa vogliono fare.”
Gasperini… “Per me è un allenatore forte, basta vedere come ha fatto giocare l’Atalanta in questi anni. Ma per come la vedo io, mettere un allenatore come lui alla Roma vorrebbe dire aspettare parecchio tempo per permettere alla squadra di essere ‘sua’. Con lui vedrei un progetto di due o tre anni. E se sbaglia quattro partite? Sai che paragoni farebbero…”
Sarri invece? “Il suo modo di far giocare le squadre mi è sempre piaciuto, è un allenatore preparato. Ci sarebbe sempre da capire quanto tempo ci vuole per trasmettere le sue idee ai giocatori. Ripeto, in questo momento Ranieri non sta puntando maggiormente su un’identità tattica, ma sta cercando di dare ai giocatori l’obiettivo di vincere più partite possibili, perché ora è troppo importante. Poi, con un Dybala in stato di grazia, le cose possono solo andare meglio.”
Su Saelemaekers… “Io credo che sia un giocatore molto utile, molto forte, un gran lavoratore, molto grintoso per essere un giocatore offensivo, diciamo, perché in fase difensiva si sacrifica tanto, fa molte cose. Il ruolo giusto per lui secondo me è esterno alto a sinistra o quinto di centrocampo. Non capisco perché il Milan abbia speso tanti soldi per diversi esterni quando ne aveva già uno forte in casa.”
FONTE: Contro Calcio