«Non sarà uno spareggio, ma una partita fondamentale. La squadra da battere, però, resta la Juventus». Eusebio Di Francesco, ospite ieri a Firenze al Festival del calcio, ha detto la sua sul big match di sabato sera all’Olimpico contro il Napoli. «Sarà una partita con un sapore e un gusto particolari, io voglio arrivarci impedendo a Sarri di sviluppare il suo gioco. Le pressioni? Non mi spaventano, vogliamo crescere e rimanere attaccati al gruppo di testa». Roma-Napoli è anche la sfida tra Di Francesco e Sarri, che hanno due modi simili di intendere il calcio e, all’inizio delle rispettive avventure con Sassuolo (in serie A) e Napoli, hanno attraversato le stesse difficoltà. «Chi è stato vicino a Sarri ha avuto l’intelligenza di aspettare e di credere in questo allenatore. Per far crescere un’azienda ci vogliono anni, lo stesso per una squadra».
Di Francesco parla di Sarri, ma è come se parlasse di se stesso. «In tournée, quando avevo tutti i giocatori a disposizione da appena tre giorni, abbiamo affrontato, senza mai perdere, Psg, Juventus e Tottenham: tutte gare difficili e questo, magari, non trasmette consapevolezza e forza alla tua proposta di gioco. Poi siamo arrivati alla sfida con l’Inter, in cui meritavamo di vincere più di tutte le altre gare, ma abbiamo perso. La forza sta nel continuare a credere in quello che si propone. Non si vince con la perfezione, ma sbagliando meno».
Il tecnico giallorosso aspetta i rinforzi Schick e Karsdorp (che ieri ha ricominciato a svolgere una parte del lavoro col gruppo): l’attaccante ceco dovrà essere l’arma in più. «Ho avuto poche possibilità di allenarlo, poterlo fare con continuità mi farebbe impazzire (ride, n.d.r.), ma si vede che ha l’istinto del campione. Per lui dovrò adattare qualcosa, in futuro farà la punta centrale, ma le cose migliori le ha fatte partendo dal centrodestra: è giovane, va accompagnato anche nei giudizi, ma ha sicuramente tutte le potenzialità per essere un grande attaccante».
È già un grande bomber, invece, Edin Dzeko, che ieri è stato inserito da France Football nella lista dei trenta calciatori – l’ultimo giallorosso era stato Totti nel 2007 – in lizza per il Pallone d’Oro. Un bel riconoscimento a coronamento di un anno in cui ha segnato con una straordinaria continuità. Di Francesco è tornato a parlare delle parole del bosniaco, che, dopo la gara con l’Atletico Madrid si era lamentato per l’assenza di rifornimenti. «Edin ha sbagliato perché dietro ogni partita c’è un lavoro e tanti non possono sapere quello che facciamo in settimana: in una gara in cui tocca due palloni, anche per demerito suo, deve mettersi a disposizione degli altri. La differenza è tutta lì».