La partita tra le malate non guarisce né Inter né Roma. Il pareggio finale — giusto perché i giallorossi hanno giocato meglio il primo tempo e i nerazzurri il secondo — testimonia che la crisi non è passata con la pausa: l’Inter ha conquistato 4 punti nelle ultime 6 partite, la Roma 2 nelle ultime 4. Un passo del gambero che fa felice solo la Lazio, sempre più salda per punteggio e per qualità del gioco al terzo posto. Napoli e Juve giocano proprio un altro campionato. L’impressione è che Inter-Roma sarà una lunga volata per evitare il cerino del quinto posto, ma più che due sprinter, adesso, le due squadre sembrano pedalare sempre e solo in salita. Sarà importante vedere questi ultimi giorni di mercato, perché sia Inter che Roma sembrano bisognose di rinforzi. Spalletti spera di aver pescato giusto con Rafinha, ma avrebbe bisogno come il pane di un inne- sto a centrocampo (Ramires). Di Francesco non sa se nelle prossime ore perderà Dzeko o Nainggolan, con il bosniaco primo indiziato.
Il crollo verticale nella ripresa accende la spia della forza atletica, anche se alla Roma cercano sempre di nascondere tutto con l’alibi della mentalità. A questa squadra mancano le gambe da settimane, altro che psicologia. Spalletti può consolarsi con un gran finale, che porta al pareggio di Vecino (colossale buco di Fazio) e che vede l’Inter creare occasioni su occasioni, santificando uno straordinario Alisson. Eppure la Roma aveva controllato a lungo la gara, con un pressing alto guidato da Strootman, ottimo esperimento davanti alla difesa, visti gli infortuni di De Rossi e Gonalons. Un 4-1-4-1 inedito, con Gerson e Nainggolan a scambiarsi spesso la posizione. L’Inter è costretta a cambiare, dal 4-2-3-1 al 4-3-3, con Gagliardini (pessimo) centrale e Borja Valero e Vecino mezzali per coprire meglio il campo. La mossa funziona per un quarto d’ora ma non può limitare i gravi limiti dinamici.
Non è gara per palati raffinati, visto che le occasioni nascono sempre per errori avversari e mai per giocate pulite. Però non è mai noiosa e i colpi di scena sono tanti. Handanovic sbaglia un rinvio e Gerson non serve Dzeko solo davanti alla porta; Fazio non fa scattare il fuorigioco e Icardi tira male; l’Inter perde un altro pallone in disimpegno e Pellegrini spreca un tiro facile dal limite; Florenzi non riesce a contenere Perisic e quando il croato ha una clamorosa occasione si fa ipnotizzare da Alisson. Anche il gol che manda in vantaggio i giallorossi è sui generis. Il rilancio di Alisson viene bucato da Santon e diventa un assist per El Shaarawy, che è bravo a saltare Handanovic con uno scavetto.
Nella ripresa Spalletti si gioca la carta Brozovic e si mette a specchio, con Borja Valero davanti alla difesa. La Roma crolla fisicamente e Di Francesco chiude con un 5-3-1-1 che trasforma l’area giallorossa in Fort Apache. Il pareggio di Vecino arriva meritato ma i limiti delle due squadre restano.