Alle ore 13.00, Claudio Ranieri, terrà la conferenza stampa alla vigilia di Roma-Lecce, match in programma sabato 7 dicembre alle ore 20.45:
Come stanno Pellegrini e Dybala? “Pellegrini si sta allenando bene e per me questo è molto importante. Lui è sereno e deve continuare così, deciderò di volta in volta. Dybala? Intensità no, ma è un giocatore di intensità ed è un giocatore che si fa trovare al posto giusto al momento giusto. Riesce a soddisfare il volere dell’allenatore e della squadra. Adesso inizia il nostro campionato, dicembre ci dirà chi siamo e dove vogliamo andare. Non ci sono partite facili, il Lecce non molla mai. Ha vinto a Venezia e ha pareggiato con la Juventus, ha giocatori validi e che sanno lottare, inoltre c’è un allenatore che vuole far giocare la squadra a calcio. Dobbiamo essere furbi, intelligenti e determinati perché ogni palla sarà importante”.
Dove vuole arrivare la Roma? “Dove vogliamo andare? Non ci sono partite facili, il Lecce è una squadra abituata a non mollare mai perché sta cercando la quarta, se non ricordo male, la quarta salvezza. Abbiamo visto che ha vinto a Venezia, ha pareggiato con la Juventus segnando al novantatreesimo, è una squadra che non molla mai. Ha giocatori validi, ha giocatori che sanno lottare, è arrivato un nuovo allenatore che ti vuole far giocare a calcio, per cui dobbiamo essere furbi, intelligenti, determinati, perché ogni palla sarà importante”.
Pellegrini si è scaldato e non l’ha ritenuto adatto per Roma-Atalanta? “Perché in questo progetto è importante anche capire il coinvolgimento dei giocatori. Certo. Lorenzo è un giocatore splendido, da metà campo in avanti, ha invenzioni, ha tiro, ha senso del gol, senso dello smarcamento, sa fare passaggi gol e tutto. Si allenano tutti insieme perché io possa avere la possibilità di scegliere durante la partita qualsiasi giocatore. Non l’ho messo perché avevo bisogno di un giocatore box-to-box a lottare con quei tipi di giocatori che aveva l’Atalanta. Lorenzo lo reputo più un centrocampista da metà campo in avanti”.
Si sta pensando a passare nuovamente a una difesa a quattro? “Potrebbe essere, ma sicuramente non lo dico. Non do una chance in più all’avversario, per cui ecco perché mi riservo sempre la sera prima di pensare e decidere, sperando che sia la migliore soluzione per la squadra. L’intensità, per quanto abbiamo visto in campo, sia a Londra che contro l’Atalanta, quella è l’intensità con la quale si deve giocare. Quando riusciamo a fare degli allenamenti che dobbiamo spingere è quello che chiedo, perché se vedete io ho avuto pochi giorni da una partita all’altra per poter fare una settimana tipo e chiedere, però oggi hanno fatto un gran bel allenamento, hanno spinto, stanno entrando nelle mie idee. Non è facile quando dico che hanno cambiato tre allenatori o quattro in un anno, quattro con filosofie diverse di gioco e tutto. I giocatori sono delle spugne, però non è che tu al computer cambi una cosa, ne metti un’altra e tutto funziona, no? C’è chi reagisce subito, chi ha bisogno di più tempo per capire. Per me come tu ti alleni, giochi, per cui tutti i miei allenamenti sono a mille all’ora. Piano piano riusciranno a farlo anche in campionato, piano piano, ma ci dobbiamo sbrigare perché non a mia posta dico dicembre. Chi siamo? Dove vogliamo andare? Siamo noi i primi che ci dobbiamo dare queste risposte”.
Dovbyk come sta? “Il ragazzo a me, tranne la fase d’attacco, perché lì doveva essere un pochettino più deciso, più cattivo, con la palla 1-2, piace. A prescindere questo poi ha fatto veramente una lotta greco-romana con il suo marcatore, e devo dire che di duelli, tanti, è riuscito ad appoggiare, a dare punto di riferimento. Non sta bene, il ragazzo non sta bene, è influenzato, è riuscito a giocare con l’Atalanta, non so se ce l’avrò per il Lecce, così siamo limpidi e chiari, per cui dovrò pensare a un’altra cosa, sicuramente dovrò pensare, ci sto pensando perché non so se domani mattina si allenerà, come si allenerà, come starà”.
La squadra è pronta per lottare per la salvezza? “È lo stato attuale di tutte le squadre. Stiamo lì, in questo momento lottiamo per uscire fuori dalla bassa classifica. Questi sono giocatori abituati a stare da un’altra parte della classifica. Io sono abituato a stare sia di qua che di là, per cui dobbiamo lottare. Tanto io sto di qua o di là, voglio che la squadra lotti sempre. Che vogliamo fare? Io sono convinto che i miei giocatori risponderanno colpo su colpo, alla grande. Però io sono San Tommaso. Voglio toccare e credere”.
Come stanno Hummels, Cristante e Hermoso? Nella difesa a 4 Mancini potrebbe giocare da terzino destro? “Il calcio è in continuo cambiamento. Quello che fa Mancini a destra lo fa Ndicka a sinistra, quindi io non escludo nulla. Angelino infatti è tornato a giocare a 3 marcando Samardzic, anche se ci ha giocato 5 minuti. Tutto può accadere in una partita. Questi ragazzi possono fare tutto. Hermoso e Hummels tutto bene, Cristante sta drenando la caviglia. Vediamo se si allenerà”.
Che tipo di giocatore è Le Fée? Dove lo schiererebbe? “Ha ottima qualità e lo vedo da metà campo in avanti in questo momento, ma sono convinto che possa fare ciò che fecero Ancelotti e Pirlo da giovane, ovvero trasformandosi e diventando un play. Deve sfruttare quest’anno di conoscenza e sono convinto che ci darà una mano”.
Gli errori arbitrali? “Se facciamo un’intervista a tutte le squadre, tutte si lamentano. La cosa più difficile è fare l’arbitro, bisogna saperli rispettare. Sono persone come noi e possono sbagliare. Quando giocavo io sbagliavano ancora di più. Sicuramente sbaglia anche il VAR, ma gli arbitri ora sbagliano molto meno. Ci si può lamentare ma sempre rispettandoli”.
Le gerarchie a centrocampo? “Paredes è un campione, lo vediamo tutti. Mi auguro che possa stare sempre su questi livelli, ha fatto due partite strepitose quindi non vedo perché debba cambiare al momento. Il calcio è uno sport in continua evoluzione, non si può dire una cosa sicura al 100%. Io al momento vedo che la squadra si muove bene con Paredes e Koné”.
Contro il Tottenham si è vista la tigna che lei chiede: quanto è importante vedere questo atteggiamento? “Per me è basilare. Io non sono stato un campione da calciatore, ma ci mettevo tutto in campo. Potevo sbagliare partita ma non l’impegno. A volte si può giocare bene e a volte male, ma bisogna morire sul campo e lottare fino all’ultimo secondo anche se si sta perdendo. Devono uscire dal campo dicendo ‘Io ho dato tutto me stesso’. Bisogna dare sempre il massimo”.
Prende parola Ranieri… “Volevo mandare un abbraccio grande a Bove, tieni duro e siamo tutti con te”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma – dall’inviato a Trigoria R. Moilinari