Dopo una avvio di campionato tutto sommato morbido – fatta eccezione per il Milan – ormai non è più tempo per rimpiangere il tempo perduto. Certo, adesso la strada si arrampica, ma le prossime 4 partite offrono ancora sfide abbordabili (le prossime due in casa contro Monza e Lecce) e due big match (Inter e il derby con la Lazio) in cui la Roma è chiamata a fare la differenza, se non vuole arrivare alla sosta di novembre ancora con diverse lunghezze di distanza dal 4° posto (adesso sono sei). Come dire, raggranellare 8 punti pare l’obiettivo minimo. Occhio poi a un dettaglio: prima della Stracittadina, causa coppe, la Roma avrà due giorni di riposo in meno.
Recuperi e gestione degli infortunati saranno decisivi. Se Smalling e Sanches lasciano ancora dubbi sul loro effettivo rientro in forma, la buona notizia viene da Llorente, che ieri è tornato in gruppo.
In attacco, invece, l’assenza pesante per ora è Dybala, ma con Lukaku che segna una media di un gol a partita, in avanti la Roma non ha problemi.
Occhio poi ad Azmoun. L’attaccante torna dalla nazionale in gran forma e quindi è probabile che il turnover possa riguardare anche lui. Anche perché, nell’ottica anche delle due sfide di Europa League prima della sosta, le energie serviranno. Il doppio match con lo Slavia Praga, infatti, sarà una sorta di spareggio per il primo posto, che consente di evitare i playoff.
Strategicamente, ci sarà sempre più spazio per la formula dei due centravanti. Lukaku e Belotti dovranno sfondare e, soprattutto l’ex granata, sacrificarsi in copertura in un 3-5-2 con meno fantasia rispetto a quando è possibile schierare Pellegrini e Dybala, ma che è in grado di dare alla squadra profondità, capacità di difendere palla per far salire i compagni e presenza sulle palle inattive. Quanto basta perché la Roma conti, superato il derby, di essere a un passo dal sogno.
FONTE: La Gazzetta dello Sport
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