Costruzione dal basso, in tutti i sensi. In una Trigoria svuotata dai 19 giocatori partiti – di loro solo Dovbyk ha fatto ritorno immediato visto il problema all’adduttore – per rispondere alle chiamate delle rispettive nazionali, De Rossi lavora con i superstiti, continuando a gettare le basi della Roma che verrà. (…)
Se le prime due sfide a Cagliari ed Empoli avevano gettato ombre sul futuro, il pareggio contro la Juventus ha ridato un po’ di fiato alle ambizioni giallorosse. Un punto arrivato soprattutto per una solidità difensiva ritrovata e un’umiltà, richiamata dal tecnico di Ostia in fase di commento nel postpartita, alla base di ogni grande progetto tecnico.
(…) I due colpi a parametro zero, arrivati a concludere il mercato condotto dall’accoppiata Ghisolfi-Souloukou, stanno vivendo i loro primi giorni da giocatori della Roma, a stretto contatto con De Rossi. Mario, Mats e non solo. Fatta eccezione per Ndicka, impegnato con la sua Costa d’Avorio fino alla sera di martedì, DDR ha a disposizione e può lavorare già con tutta la difesa titolare, partendo dalla porta.
Se Ryan infatti è dall’altra parte del mondo con l’Australia, Svilar dopo il rifiuto alla Serbia ha scoperto di non poter giocare con il Belgio – essendo sceso in campo per un’amichevole con la nazionale balcanica – e quindi è tutto per la Roma. Mancini, dopo la delusione dell’Europeo in Germania, è stato vittima dei tagli alla rosa fatti dal commissario tecncio Spalletti – che ha escluso anche Cristante ed El Shaarawy, lasciando capitan Pellegrini come unico romanista nell’Italia.
Insomma, Svilar in porta, Mancini, Hummels e Hermoso davanti a lui: tra tanti giovani, DDR fa le prove generali per la difesa che sarà, col dubbio sul sistema di gioco. Aspettando Danso, prima di Juve-Roma, De Rossi aveva provato il 3-5-2, cambiando poi in corsa. A Marassi sarà il tempo di sciogliere i dubbi alla ricerca delle certezze. La solidità e la qualità dal basso possono essere le prime.
FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi