Non ha sicuramente bisogno di presentazioni Giuseppe Giannini. Campione d’Italia nella stagione 1983-84, finalista di Coppa di Campioni e soprattutto ex capitano e tra i primi 5 per presenze con la maglia della Roma. Il momento dei giallorossi, attualmente senza allenatore e con una classifica che vede Pellegrini e compagni più vicini alla zona retrocessione che a un piazzamento europeo, non scoraggia però il “Principe”, che, in un’intervista esclusiva, ha sottolineato passo dopo passo come, a partire dalla proprietà, i capitolini possano rialzarsi da tutta questa negatività.
Se si considera anche Mourinho, Juric è il terzo allenatore esonerato in meno di un anno. Che idea si è fatto della società? “Innanzitutto bisogna premettere che è molto difficile valutare il momento della Roma dall’esterno. Sicuramente però è complicato capire quale siano i motivi per cui non arrivano i risultati. Quando le cose non vanno bene c’è un concorso di colpa sia dell’allenatore che dei giocatori. Quindi le cose vanno suddivise in parti uguali. Sicuramente c’entra anche la società con il loro operato, perché comunque sia era stato scelto De Rossi, che è stato mandato via dopo appena 4 partite. Da quel momento in poi è cambiato un po’ tutto e da lì ci si è trovati una situazione non bella, sia a livello di classifica, sia a livello di ambiente”.
Adesso come si riparte? “La scelta è stata comunque tardiva. Questo è il momento in cui la squadra può lavorare grazie alla sosta per le nazionali. Accelerare le scelte è fondamentale. Per quanto riguarda il nome, vanno valutate tante cose, le caratteristiche dei calciatori, il modo in cui la squadra è abituata a giocare. Con De Rossi la Roma giocava in un modo, con Juric si è cambiato qualcosa. Ce ne sono tanti bravi, come Mancini, Allegri, Sarri, però io più che il singolo andrei a valutare le caratteristiche della rosa per poi scegliere un tecnico che possa farla muovere come squadra. Vedremo se alla fine firmerà Ranieri”.
I giocatori come possono risanare la frattura con i tifosi? “Bisogna dare tutto per capovolgere la situazione negativa. Posso capire i tifosi e la loro delusione. Lo siamo tutti, mi ci metto anche io, però poi il romanista riconosce la professionalità, l’impegno e serietà in campo. Bisogna parlare poco e lavorare molto e poi in partita rischiare qualcosa in più per far arrivare i risultati”.
Pellegrini è tra i più fischiati, cosa si sentirebbe di dirgli? “L’ho sempre difeso, anche se non ne ha bisogno. Non ha mai creato polemiche, e un ragazzo che interpreta in modo serio anche il ruolo da capitano. Poi ci può stare che non possa giocare bene sempre o essere al massimo della condizione ogni partita. Credo che stia soffrendo l’ambiente che ha intorno e che si respira allo stadio. Però anche lui, come gli altri, deve fare di tutto per migliorare la situazione. Penso che queste cose le sappia, in quanto romano e perché conosce la mentalità del tifoso romanista”.
FONTE: Il Tempo – M. Cirulli