Chi non si emoziona quando Pellegrini e De Rossi si guardano in quel modo o non è della Roma o non ha un cuore. Benedetto sia il giorno in cui ognuno di noi ha deciso di diventare romanista. Certe cose si vivono e basta. Non si raccontano, diventa difficile scriverne, serve poco spiegarle. «Quando sarà – diceva un filosofo moderno – saremo». Noi siamo, siamo tutti qui, stasera, dentro lo Stadio Olimpico, calcio di inizio ore 21, in palio la quarta semifinale consecutiva di una competizione europea, seconda di Europa League, a complicare il cammino il Milan di Pioli, diretta televisiva a scelta su tre diversi canali (Rai, Sky e Dazn), (…).
Saremo di nuovo, saremo di nuovo tutti lì, appassionatamente, gli uni accanto agli altri, intorno al sogno di vedere non solo la nostra squadra del cuore, di più, la Roma, cercare l’ennesima impresa, smentire l’ennesimo pronostico sfavorevole dei bookmakers, quei signori che sottovalutando l’impatto che De Rossi ha avuto nella Roma consideravano sfavoriti i giallorossi già contro il Feyenoord, poi contro il Brighton e infine contro il Milan. Risultato: due qualificazioni consecutive e una vittoria in trasferta in una partita d’andata che mette la Roma nelle condizioni migliori per aspirare al passaggio del turno. Nelle altre 19 vittorie in trasferta all’andata non è mai accaduto che la Roma venisse eliminata al ritorno. (…)
Oltre alle 1000 frasi di romanismo puro che hanno incantato ogni tifoso della Roma sentimentale, e quindi ogni tifoso della Roma, ieri è arrivato dal capitano della Roma il secondo endorsement consecutivo per la conferma dell’allenatore.
Dopo Dybala, anche Pellegrini ha detto ciò che ormai deve essere chiaro a tutti. Con la sua scelta lungimirante Friedkin ha azzeccato il numero vincente della lotteria, e buttare il biglietto adesso sarebbe una follia. Ieri Ryan cercava da una vetrata il campo d’allenamento, fiero e allo stesso tempo consapevole di aver risolto un problema che rischiava di essere senza soluzione, quello della successione di uno degli allenatori più amati della storia della Roma, José Mourinho.
Sul campo, almeno nei 15 minuti che c’è stato consentito vedere, il solito allenamento intenso e partecipato, anche se si è trattato solo della parte del riscaldamento: è un altro segreto di De Rossi, quello di tenere alta l’intensità di ogni esercitazione inserendo nell’addestramento sempre quell’elemento che consente ai giocatori di lavorare divertendosi.
Poi, usciti i giornalisti, avranno lavorato sulla parte più importante, mantenendo magari lo spirito giusto, per immaginare come contrapporsi al Milan provando magari qualche altra mossa geniale, tipo quella che all’andata ha consentito alla Roma di neutralizzare in maniera perfetta le potenzialità dell’asse mancino di Pioli.
Quando un lavoro è fatto bene basterebbe rifarlo per goderselo due volte, chissà però se Daniele non se ne inventerà un’altra delle sue senza cadere nelle tentazioni dell’overthinking, concetto ormai sdoganato dopo la sua battuta di ieri in conferenza stampa.
Non sarà facile battere questo Milan, né, se le cose dovessero andar male, si troverà qualcuno disposto ad accontentarsi del fatto che il gap che alla prima partita del confronto tra le due squadre quest’anno, alla terza giornata di campionato che pareva enorme oggi sembra azzerato. Per arrivare alla gloria bisogna vincere, e stasera ci si potrà accontentare addirittura di un pareggio, gran privilegio riservato a chi ha chiuso la partita d’andata in vantaggio.(…)
FONTE: Il Romanista – D- Lo Monaco