Il mese della verità. Ventidue novembre, ventitré dicembre: si parte ospitando domani il Parma nel silenzioso Olimpico di questi tempi (ore 15, Sky), si chiuderà, sempre in casa, contro il Cagliari di Di Francesco, il tutto al ritmo di tre partite a settimana, sette di campionato, le tre del gironcino di ritorno di Europa League. Un tour de force che in qualche modo ci farà capire ancora meglio, forse in maniera definitiva, il reale ruolo che la nostra Roma potrà avere in questa stagione che definire anomala ci sembra un eufemismo.
Cinque partite in casa (Parma, Young Boys, Sassuolo, Torino, Cagliari), altrettante in trasferta (Cluj, Napoli, Cska Sofia, Bologna, Atalanta), in un cammino che prevederà tre scontri diretti in chiave qualificazione Champions, due in trasferta (Sassuolo, Napoli, Atalanta) e metterà in palio la qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League che poi riprenderà a fine febbraio, qualificazione che ci auguriamo possa essere sistemata già giovedì prossimo nella trasferta in Romania.
Alla vigilia di un ciclo così complicato soprattutto da un punto di vista fisico, la cosa migliore per Fonseca sarebbe quella di poter contare su una rosa (quasi) al completo, in modo da poter ottimizzare la possibilità di far riposare qualcuno partita dopo partita. È un’ipotesi, purtroppo, che a Trigoria non possono prendere in considerazione. Sin da domani contro il Parma, sfida casalinga che a qualsiasi tifoso romanista, pure a quelli che non erano ancora nati il 17 giugno del 2001, un certo friccicore non può non suscitarlo, Totti, Montella, Batistuta, il terzo scudetto.
Fonseca, potete scommetterci, del resto come ha sempre fatto da quando è sbarcato da queste parti, non accamperà mai alibi o giustificazioni, ma certo il dato di fatto è che contro la squadra del romanista Liverani, il portoghese non avrà a disposizione la bellezza, anzi la bruttezza, di sette-otto giocatori. Tre-quattro che possiamo considerare titolari (Dzeko, Zaniolo e Smalling, più Pellegrini, che si è negativizzato ieri sera, e non è detto che sia a disposizione) e quattro che comunque potevano essere alternative importanti soprattutto alla luce dei titolari assenti (Kumbulla, Fazio, Santon, Pastore).
Sommando, appare evidente come Fonseca, almeno nella prima parte di questo ciclo, sarà costretto a dover centellinare le forze dei superstiti, considerando pure che Zaniolo lo rivedremo a marzo-aprile prossimi, Pastore chissà quando, Dzeko, Kumbulla e Fazio devono giorno dopo giorno attendere il responso dei tamponi che non sono processati ad Avellino, Santon ne avrà ancora per una settimana e Smalling è tuttora alle prese con un’intossicazione alimentare che da qualche giorno lo costringe a lavori differenziati. Giusto per gli ultimi due si può sperare che possano tornare a disposizione almeno per la trasferta di Napoli, per il resto si può soltanto sperare, augurandosi, ovviamente, che nel frattempo non si debba fare i conti con qualche nuovo stop.
Poche alternative (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri