Si salvi chi può. La nave della Roma continua a imbarcare acqua da tutte le parti e all’orizzonte il cielo non promette nulla di buono. Dopo le prove opache delle prime due uscite in campionato la Roma cercava risultato contro un Milan arrivato all’Olimpico a punteggio pieno e con sei reti realizzate tra Torino e Bologna. L’entusiasmo prepartita per l’accoglienza a Romelu Lukaku viene immediatamente gelato: dopo sei minuti il contatto tra il piede di Rui Patricio e Loftus-Cheek viene giudicato da calcio di rigore da Rapuano dopo revisione al Var. Giroud spiazza il portiere portoghese e porta avanti i rossoneri.
Un Milan padrone del campo che al 22’ rischia di raddoppiare con Pulisic che sul secondo palo chiama in causa i riflessi di Rui Patricio alla prima vera parata della stagione. Poco prima della mezz’ora un’altra doccia gelata. Aouar, l’unico lucido fino a quel momento, si ferma per un problema muscolare e Mourinho deve ricorrere all’acciaccato Pellegrini. Scivola via senza grosse emozioni un primo tempo condizionato dalla scelta dell’accoppiata Rapuano-Irrati che ha spianato la strada al Milan ma nel quale la Roma ha fatto troppo poco per recriminare. Nella ripresa la musica non cambia, anzi, diventa più cupa per i colori giallorossi.
Neanche tre minuti e un cross dalla destra di Calabria viene aggredito da Leao sul secondo palo che infila Rui Patricio immobile. L’attaccante rossonero deve ringraziare una marcatura di Celik che definire leggera è più che generoso. All’ora di gioco l’episodio che può riaprire i giochi con l’intervento in ritardo di Tomori su Belotti che costa il secondo giallo al difensore inglese. Non basta neanche l’ingresso di Lukaku per svegliare una squadra che ha bisogno di un cambio di marcia importante durante la sosta. Eppure il belga rischia di segnare appena entrato al primo tiro verso la porta. I giallorossi hanno già capito quanto la sua fisicità può spostare e nel finale si appoggiano continuamente sull’ex interista.
Il gol nel finale di Spinazzola è solo una tiepida illusione. Un punto dopo duecentosettanta minuti di campionato e una media di due reti incassate a partita per un inizio di campionato che da possibile sprint (visto il calendario) si è rivelato una vera e propria agonia per una squadra che oltre a recuperare assenze pesanti (da valutare Aouar), deve ritrovare prima sé stessa visto che il distacco dalla testa della classifica, al termine di questo turno, sarà già importante. Riprendere immediatamente la rotta, allora, prima che sia davvero già troppo tardi.
FONTE: Il Tempo – L. Pes
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