La “stancante” solitudine di Dovbyk obbliga Juric a non poterne fare a meno. Il centravanti ucraino non vive un grande momento di condizione fisica a causa dei tanti impegni ravvicinati, ma la mancanza di alternative di livello, di fatto, lo costringe ad esserci a tutti i costi.
Già alla vigilia del match di Nations League contro la Repubblica Ceca di lunedì il centravanti giallorosso aveva accusato qualche acciacco, ma il ct Rebrov ha comunque deciso di mandarlo in campo. Artem ha segnato ma dopo il match ha detto di sentirsi affaticato. Il ritorno a Trigoria con una leggera infiammazione al ginocchio non ha mai preoccupato lo staff medico, ma la seduta di ieri era comunque indicativa per capire la sua condizione.
Il responso è stato positivo: dopo la gestione di mercoledì Dovbyk si è allenato col resto del gruppo e la strada verso la titolarità domenica all’Olimpico è spianata. La scelta, in ogni caso, sembra abbastanza obbligata. Essendoci di fronte l’Inter probabilmente si sarebbe forzato per avere il numero undici anche con dei ricambi di livello, ma in generale, il reparto offensivo della Roma non offre garanzie in caso di assenza dell’ex Girona. Il solo Shomurodov, infatti, non può rappresentare un’alternativa valida. Non tanto perché in giallorosso non ha mai convinto, ma quanto per le sue caratteristiche non proprio da punta capace di fare reparto in solitaria.
La carta Dybala da “nove” aveva stuzzicato De Rossi nei mesi passati, ma Juric potrebbe avere idee differenti a riguardo. Il mercato di rincorsa ha portato la dirigenza a fare alcune scelte sacrificando ruoli come quello dell’esterno destro e quello del centravanti di riserva, ma a gennaio servirà necessariamente tornare sul mercato per recuperare il tempo perduto in estate.
Va invece verso il forfait Stephan El Shaarawy. Il trentunenne giallorosso ha superato i problemi al polpaccio, ma non è ancora arrivato momento di riassaggiare il campo. E per questo il Faraone potrà più probabilmente tornare tra i convocati per la sfida europea contro la Dinamo Kiev, anche se non è escluso un recupero dell’ultimo minuto.
FONTE: Il Tempo – L. Pes