Zaniolo? «Stagli vicino, che se lo catturo bene bene come cliente chiaramente poi ti faccio un bel regalo». Quanto? «Il 10 per cento». E ancora: «L’ideale sta settimana è devastarlo».
Ore 2 e 16 del mattino del 14 gennaio 2023. La Juve ha appena preso 5 gol dal Napoli e Leandro Paredes che ha giocato nel secondo tempo della partita si siede a un tavolo di poker. Virtuale. È la sua prima volta. Lo presenta il compagno di squadra Perin: «C’è un nuovo giocatore: Leandro Paredes. Diciamo che ha già vinto tanto sportivamente parlando… Quindi può perdere a poker». Tutti che ridono. I tavoli virtuali di poker sono un’abitudine per quel pezzo di Serie A. Sul tavolo girano piatti da centinaia di migliaia di euro. Gli habitué sono Tonali, Fagioli, Perin, McKennie, Ricci e Zaniolo. Che però è considerato un pessimo giocatore, tanto che a sua insaputa creano un altro gruppo. «Poker senza Zaniolo».
Il protagonista della storia è, però, il centrocampista juventino Fagioli. Parla di Zaniolo con il suo amico allibratore, De Giacomo: «Insegnagli la vita: stagli vicino che se lo catturo bene bene bene come cliente chiaramente poi ti faccio il regalo a te. Dai scrivigli tu». «Lo sto facendo» risponde Fagioli. «Vedi di lavorare, l’ideale era devastarlo sta settimana», «Fallo uscire di più» risponde Fagioli, «Tanto sono soldi che prenderai sicuro». Fagioli – inseguito dal debiti – cerca più clienti possibili.
In una chat di gruppo, però, si parla di cambiare sito per cercarne uno più economico (a livello di commissioni). Il portiere bianconero Perin si attiva per informarsi. E nel gruppo WhatsApp “Poker senza Zaniolo” scrive: «Ora ho chiesto a dove giocavo in lockdown. Dove c’erano Pjanic, Diego Costa, Lamela, Totti, Savic, Ronaldo fenomeno, Izzo e tanti altri. Vediamo se ci trattano meglio» (tutti i giocatori non indagati in questa inchiesta). Fagioli si adopera invece perché il gruppo continui a scommettere con De Giacomo. Perin sospetta a questo punto che Fagioli abbia un interesse: «Non giocano perché non è il sito loro ora scopriamo la polvere sotto il tappeto. Si svelano gli altarini, mi puzza ‘sta co-sa».
Zaniolo racconta di non aver mai ricevuto «minacce esplicite» per i suoi debiti da parte di De Giacomo, «è accaduto una volta che alla sua richiesta di pagamento entro la domenica ho risposto che non avevo la possibilità e lui si è alterato. Ammetto che ero preoccupato. Sapevo che avevo giocato su piattaforme illecite e dietro potevano esserci persone pericolose».
FONTE: La Repubblica