Luciano Spalletti ha chiuso ieri sera il suo ciclo con la Nazionale. Da oggi la panchina azzurra sarà virtualmente di Claudio Ranieri. Virtualmente perché, a meno di clamorose sorprese, l’ufficialità non arriverà in queste ore: c’è da sistemare il suo contratto con la Figc, ma soprattutto c’è da definire nei dettagli il “doppio ruolo” che Sir Claudio avrà. Ovvero senior advisor del presidente giallorosso Dan Friedkin e commissario tecnico dell’Italia. Chiariamo subito a scanso di equivoci: non esiste incompatibilità tra i due lavori e non ci sono norme federali che vietano a Ranieri di diventare il successore dell’esonerato Spalletti.
La Federcalcio a riguardo ha già fatto tutte le verifiche legali opportune e non ha dubbi sul fatto che l’ormai ex tecnico della Roma possa essere nominato nuovo ct senza violare nessuna regola, in particolare il comma 4 dell’articolo 40 del regolamento del settore tecnico. (…)
Gravina, dopo i primi contatti avuti con la famiglia Friedkin e poi con il ct… in pectore, già oggi ne avrà altri. Non mancano soltanto i dettagli, ma diciamo che il più è sistemato perché Gravina vuole Ranieri, Ranieri è pronto per la Nazionale e i Friedkin non metteranno ostacoli. Sir Claudio la prossima stagione non sarà né un tesserato né un dipendente del club giallorosso e dunque non avrà un ruolo nell’organigramma: si limiterà a fare da consigliere per la proprietà americana, un compito che ha già iniziato con la scelta di Gasperini.
Insomma, non influirà nel lavoro quotidiano della società e della squadra. (…) La conditio sine qua non è evitare disagi alla Roma, il club del suo cuore, e alla tifoseria giallorossa. A quasi settantaquattro anni vuole mantenere l’immagine di grande tecnico e grande uomo, evitando le polemiche. Sarà accontentato e a riguardo da via Allegri non hanno dubbi: tutto sarà fatto con la massima trasparenza e nel rispetto delle norme. Con Luca Bascherini, agente di Ranieri e mediatore nell’operazione Inzaghi-Al Hilal, che ha tessuto la tela della trattativa e la seguirà fino alla fine. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Ramazzotti







