Li chiama bambini, un po’ per affetto e un po’ per abitudine. Ma soprattutto se li coccola come se fossero davvero dei suoi figlioletti. Sono loro, i giovani di Mourinho, quelli che da quando è a Roma ha lanciato uno dietro l’altro. In tutto 13, con tanto di felicità anche dei Friedkin, che dalla loro valorizzazione hanno guadagnato soldi preziosi e anche parte di quella plusvalenze che hanno permesso al club di sistemare i conti in funzione degli accordi presi con la Uefa per il financial fair play.
Tredici bambini, dunque, più due big: Bove e Zalewski, che avevano già esordito con Paulo Fonseca, ma che invece sono diventati grandi proprio con lo Special One. Che li ha presi per mano e valorizzati. In particolare Edoardo Bove, uno che ha da poco rinnovato il contratto fino al 2028 e che prima dell’arrivo di Mourinho doveva andare in prestito in Serie C, alla Triestina.
“Edoardo è uno che lavora sempre tanto ed è una qualità molto preziosa nel calcio di oggi – ha detto di lui un mese fa Mou –. Lui è straordinario. Merito un po’ di credito, almeno su questo, quando sono arrivato doveva andare in C. Vedere l’evoluzione dei “bambini” per me è una cosa straordinaria”.
Oggi Bove è diventato praticamente imprescindibile, in un centrocampo dove si lotta poco e si corre anche meno. La Roma lo valuta circa 20 milioni, qualcosa anche più Zalewski, che invece dopo il primo anno con Mou sembrava essere il vero diamante da sgrezzare. Il polacco, al contrario di Bove, ha invece frenato, sprecando qualche occasione. Ma ha ancora tutto per riprendersi il tempo perso.
Poi, però, ci sono gli altri 13, quelli che Mou ha lanciato in prima squadra. Nel 2021/22 i vari Felix, Missori, Volpato e Keramitsis; nel 2022/23 Faticanti, Tahirovic, Pisilli e Majchrzak (l’unico non di proprietà della Roma, era in prestito dal Legia Varsavia) e in questa stagione Pagano, D’Alessio, Cherubini, Costa e Mannini, l’ultimo in ordine cronologico, in campo nella partita di Europa League contro lo Sheriff.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese