Senza i brividi corsi sulle schiene di altre tifoserie – soprattutto quelle concentrate tra Milano e Parma per l’incredibile altalena di emozioni che probabilmente alla fine ha consegnato lo scudetto al Napoli – ma solo con qualche patimento nel primo tempo, la Roma battendo nettamente il Milan si è presa altri tre punti nel suo magnifico percorso nel girone di ritorno che però ancora non bastano a garantirle l’Europa dei più grandi: a una partita dalla fine, la squadra giallorossa ha raggiunto il quinto posto in solitaria, ma per difenderlo potrebbe essere chiamata a vincere a Torino, sperando che possa valere anche per la Champions se la Juventus non dovesse vincere a Venezia, dove la squadra di Di Francesco si giocherà le ultime chanches per evitare la retrocessione, mentre per l’Europa League bisognerà respingere l’eventuale assalto della Lazio, impegnato con il Lecce non ancora salvo.
Per l’Europa League almeno la Roma sarà padrona del proprio destino ed è una bella prospettiva che si deve interamente all’opera miracolosa di Claudio Ranieri, ieri degnamente festeggiato dall’Olimpico vestito a festa (68145 paganti, nuovo record assoluto), prima, durante e dopo la partita, come raccontiamo in un’altra parte del giornale.
La partita si era messa presto in discesa per la Roma intanto per il gol del vantaggio di Gianluca Mancini al 3’, in elegante ed incisivo avvitamento sul corner di Soulé che pochi istanti prima aveva seminato il panico in discesa prolungata a destra, cercando vanamente la deviazione in porta di Shomurodov e trovando invece l’opposizione in calcio d’angolo di Pavlovic.
L’altro episodio decisivo è stato ovviamente l’espulsione di Santiago Gimenez, uno che ha il dente avvelenato con Mancini sin dai tempi del Feyenoord, ma proprio non riesce a trovare in alcun modo la soluzione a questa incompatibilità. Ieri ha scelto proprio la strada peggiore, colpendo con una gomitata a palla lontana il romanista, oltretutto mimando successivamente, forse nella consapevolezza di aver appena commesso un atto violento, di aver lui subito un colpo.
Ma poi il Var farà giustizia: Mazzoleni non ha potuto evitare di richiamare all’on field review il collega Piccinini che non si era accorto di niente e le immagini hanno chiarito che dopo la trattenuta prolungata ma decisamente nei limiti del regolamento del difensore giallorosso, l’ex attaccante del Feyenoord ha colpito il suo avversario con una gomitata forte e cattiva in pieno petto, per poi buttarsi anche lui in terra. Inevitabile il verdetto: rosso al messicano e Roma in superiorità numerica e in vantaggio.
Ce n’era per andarsi a preoccupare principalmente dei risultati delle altre, almeno dagli spalti. Prima dell’episodi dell’espulsione, infatti, il Milan si era reso pericoloso soprattutto con l’altro Jimenez, quello con la J, lo spagnolo, che dopo aver rubato un pallone a Celik aveva calciato pericolosamente sul primo palo, ingannando Svilar ma sbagliando di poco la mira. Al 10’ c’era stata anche un’altra iniziativa di Soulé da destra, con sinistro a giro finito non lontano dall’incrocio dei pali. Ma poi in inferiorità numerica il Milan ha ovviamente ridotto il suo impatto.
Conceicao non ha cambiato l’impostazione tattica della sua squadra ed è passato dal 3421 ad una specie di 3411, con i tre difensori, Tomori, Gabbia e Pavlovic, i quattro centrocampisti, Musah, Loftus-Cheek, Reijnders e Jimenez, e Pulisic alle spalle di Joao Felix. Ranieri aveva rispolverato invece il 352 anche senza Dovbyk (assente di serata come i malati cronici Dybala e Pellegrini, quest’ultimo omaggiato da due striscioni di affetto e riconoscenza in Tevere e in Sud), alzando Saelemaekers al fianco di Shomurodov, tenendo largo Soulé a destra con Angeliño a sinistra, con Paredes riproposto in regia, con Cristante mezzala destra e Koné mezzala sinistra, e dietro i soliti (unici, praticamente, considerando che Hummels sta lì ormai solo a far numero) tre difensori.
Peccato che in undici contro dieci anche la Roma si sia rilassata e dopo una ventina di minuti di gestione (in cui Mancini ha preso un giallo un po’ esagerato, Saelemaekers ha provato a segnare di testa in maniera un po’ frettolosa e Tomori ha chiuso tempestivamente una bella verticale di Paredes su Shomurodov), è arrivata la sveglia: al 39’, in rifinitura ad una normale fase di palleggio, Pulisic ha scartato Koné da destra verso l’interno e ha pennellato una palla dietro la linea difensiva romanista (decisamente pigra) pescando Jimenez in un taglio largo rimasto nella regolarità soprattutto per l’indecisione di Soulé, bravo è stato Svilar a respingere, giusto sui piedi di Joao Felix che approfittando della dormita degli altri difensori e dei centrocampisti ha seguito l’azione e ha battuto a rete a porta vuota, pareggiando il conto.
Così la Roma si è accorta che il Milan nelle sue individualità è una delle squadre più forti d’Italia («forse la più forte» dirà Ranieri in conferenza stampa) e ha capito che non sarebbe basta la comoda velocità di gestione per portare a casa il risultato. Ma fino all’intervallo l’unico tentativo serio è stato fatto da Saelemaekers, capelli dorati ma argento vivo addosso, con un sinistro deviato in corner.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco







